Non c’è pace in casa rossoverde perchè oltre agli scadenti risultati delle ultime settimane continuano a verificarsi infortuni che limitano numericamente la rosa a disposizione di De Canio.
Sono 7 gli infortunati, Pobega, Vives, Rivas, Salzano, Nicastro ai quali si è aggiunto Bergamelli per un problema ad una costola ai quali si deve aggiungere Hristov che potrebbe recuperare per Ravenna oltre a Diakite, squalificato.
A proposito il maliano ha lavorato con la squadra ma in solitaria e, quindi, non si può parlare di reintegro in rosa anche se la comunicazione di esclusione non c’è mai stata.
L’impressione è che Diakitè continuerà a lavorare con la squadra, ma di far parte della rosa e del gruppo sinceramente non se ne ha alcuna certezza.
L’augurio è che prevalga il buon senso per il bene della squadra e dei suoi risultati. Ripicche e ritorsioni non sono sinonimo di maturità.
Intanto cresce la conflittualità nell’ambiente in virtù delle dichiarazioni di Luciano Moggi, rilasciate a SportItalia con cui ha portato un attacco frontale al presidente Ranucci, reo di voler fare tutto da solo e che, da inesperto com’è di cose calcistiche, è il male di una squadra che potrebbe essere promossa. Questo in sintesi l’attacco, parola in più o in meno, portato dall’ex dg juventino, la cui radiazione, se non ricordiamo male, è stata confermata nel mese di dicembre da una sentenza della Corte di Cassazione.
Chi opera sbaglia, ci mancherebbe, e di errori nella Ternana dall’inizio della gestione Unicusano ne sono stati fatti a iosa. Iniziando sì proprio da Ranucci, del resto lo ha sempre ammesso, ma non sono esenti da colpe, poi, chi certe scelte le avalla o le condivide, chi ha guidato la squadra e chi la guida in questa stagione, chi ha scelto i giocatori sia nella passata stagione che in quella corrente. Non si può, però, negare che la società quest’anno ha messo a disposizione del tecnico una rosa di primissima qualità con giocatori esperti di categorie superiori e con i migliori giovani del mondo calcistico nazionale. E se ora la squadra non riesce ad esprimersi come dovrebbe e proporzionalmente al valore della rosa, se non riesce a portare a casa quei risultati sperati le colpe non possono ricadere su un solo esponente societario soprattutto se non è lui che scende in campo e che non la guida dalla panchina.
Questo, però, sfugge a chi spara sentenze senza farsi un serio esame di coscienza dimenticando di essere stato un protagonista di Calciopoli e, stranamente, non fa un buon servizio al responsabile tecnico rossoverde che in tempi passati è stato vicino alla Gea. A meno che, avvicinandosi gennaio, non si sia voluto lanciare un messaggio alla società di via della Bardesca.
Insomma, ben vengano le lezioni, ma da chi può impartirle!