All’ospedale Santa Maria di Terni è stato impiantato il primo sfintere urinario artificiale in un uomo affetto da grave incontinenza urinaria, dopo l’asportazione della prostata a causa di un tumore. L’operazione, un tipo di chirurgia altamente specialistica che pochissimi centri in Italia sono in grado di effettuare, è stata eseguita dalla professoressa Elisabetta Costantini, direttrice della Clinica di Urologia ad indirizzo Andrologico ed Uroginecologico, coadiuvata dal dottor Alessandro Zucchi.
Destinato ai pazienti con incontinenza urinaria severa, spiega una nota del nosocomio ternano, lo sfintere urinario artificiale è un dispositivo costituito da uno speciale anello di silicone (che si apre e si chiude tramite un sistema idraulico attivato all’occorrenza dallo stesso paziente) che viene posizionato all’interno del corpo e non è visibile all’esterno. Così il paziente risulta completamente continente e disattiverà il dispositivo solo ed esclusivamente al momento opportuno ovvero quando avrà lo stimolo di urinare.
“La ripresa della continenza dopo prostatectomia radicale ha una tempistica estremamente variabile e avviene per gradi – spiega Alessandro Zucchi – ma tale condizione persiste a 12 mesi nel 5/30% dei pazienti dopo chirurgia robotica e ancora di più dopo interventi a cielo aperto”.
“L’incontinenza urinaria maschile e femminile è un problema sociale rilevante spesso sottostimato – sottolinea Elisabetta Costantini – perché il paziente pensa che non ci sia una soluzione, invece può essere curata con successo in una buona percentuale di casi, l’importante è rivolgersi sempre a centri dedicati”.
Intanto nell’Azienda ospedaliera di Terni è in fase di definizione un grande progetto di studio e un nuovo protocollo di trattamento dell’incontinenza urinaria rivolto alla popolazione ternana over 60 che inizierà entro l’anno.