L’avvocato ternano Alessandro Gentiletti – 35 anni, fondatore e presidente dell’associazione Terni Valley – è il candidato della lista “Senso Civico”, espressione di Liberi e Uguali e dell’associazione Terni Valley.
“Ho scelto di candidarmi perché sono convinto che fosse necessario rendere presente una scelta alternativa alla sinistra di Governo ma che non fosse una proposta populista, ne’ leghista ne’ del Movimento 5 Stelle. Una proposta di innovazione che venisse dagli stessi valori di rottura con il sistema di potere ma in continuità con i valori di giustizia sociale, uguaglianza e libertà che hanno contraddistinto la storia del pensiero della sinistra popolare, militante”.
Gentiletti ha militato nel PD dal 2009 al 2013 ma pensa che “chi gestisce e dirige il Partito Democratico è tra i principali responsabili della situazione in cui si trova Terni. Nel territorio, a livello dirigenziale, il partito rappresenta una forza di restaurazione”. Secondo il candidato sindaco di “Senso Civico” i partiti non hanno capito qual è la loro funzione oggi che è quella di sostenere la partecipazione della città. Per questo credo ci sia bisogno di esperienze civiche e la nostra è l’unica lista veramente civica”. Gentiletti vuole “restituire ai ternani una città migliore di quella che ereditiamo rompendo con il passato e con un’amministrazione autoreferenziale, rimettendo in collegamento le forze migliori di Terni, ricostruendo il tessuto sociale”. Il candidato sindaco di “Senso Civico” non accetta il dualismo Movimento 5 Stelle-Centro destra e si ritiene una terza scelta dichiarandosi “realmente alternativi non solo a chi ha governato negli ultimi anni ma soprattutto alle destre radicali che vorrebbero governare insieme il Paese. Abbiamo voluto creare “Senso Civico” per proporre un’alternativa a sinistra, per dire c’è tutto un popolo a sinistra capace di essere alternativo a chi fino ad ora ha gestito la “cosa pubblica” e lo ha fatto male”.
Rispondendo all’intervento di Luigi Di Maio a Terni Gentiletti ha detto che “condizionare lo sviluppo del territorio alla politica nazionale è ciò che impedisce strategie di rete e progetti ampi di sviluppo a lungo termine. Ritengo che quelle parole siano frutto di un analfabetismo politico che viene ancor di più dimostrato con le aggressioni intollerabili al Presidente della Repubblica”.