https://www.youtube.com/embed/HuQyb8BgQW0, https://www.youtube.com/embed/SF_INcAltSA
È una storia che dura da 65 anni, quella della riscoperta della città romana di Carsulae, oggi un parco archeologico di straordinaria bellezza. Una storia oggi riassunta in una mostra dal titolo “Carsulae 1951 – 2016. Dai grandi scavi di Umberto Ciotti alle ultime ricerche archeologiche”, curata da Ulrico Dragoni, Anna Ciccarelli, Luca Donnini e Massimiliano Gasperini, allestita a Palazzo Montani Leoni, sede della Fondazione Carit, fino al 19 febbraio. Una storia che inizia nel 1951, quando Umberto Ciotti avviò i lavori di scavo e restauro del sito che proseguirono fino al 1972. È in questo periodo che vengono ritrovati vari reperti tra i quali una serie di frammenti in avorio, una lucerna di bronzo, due teste di marmo ed altri oggetti di piccole dimensioni. A partire dal 2012, grazie al sostegno economico della Fondazione Carit e all’impegno di un gruppo di archeologi e restauratori, sono riprese le ricerche che hanno permesso di riportare alla luce strutture e materiali del “quartiere nord est”, un settore completamente inesplorato di Carsulae. Da questi scavi sono emersi altri materiali come un oscillum in forma di maschera teatrale in marmo, un pendaglio raffigurante Arpocrate, un castone di anello in corniola con incisa l’immagine di Minerva, frammenti di ceramica. In mostra sono esposti materiali e reperti provenienti proprio da questi scavi, arricchiti da due statue di marmo di epoca imperiale, in prestito dal museo archeologico di Terni. Inoltre è visibile un video, “Carsulae 69 d. C. Back to live”, parte integrante del percorso di visita.