È stato un incontro interlocutorio, quello che si è svolto questa mattina al Mise tra l’ad Massimiliano Burelli, le istituzioni ed i sindacati. Burelli, in merito alla vendita dell’Ast, ha riferito che è cosa nota dal 2014 e che ad oggi non ci sono manifestazioni d’interesse. Ha poi spiegato che se si apriranno delle trattative non potranno essere rese note fino alla loro conclusione, essendo il gruppo quotato in Borsa. Il Governo non ha ritenuto esaustiva la dichiarazione ed entro gennaio convocherà la proprietà Thyssen Krupp. Alla riunione hanno partecipato il vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, il viceministro Teresa Bellanova, il dirigente del ministero Giampietro Castano, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, i rappresentanti nazionali e locali di Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Usb.
Intanto l’azienda rende noto il bilancio dell’anno fiscale appena concluso che sale dai 3 milioni dello scorso anno agli 87 di questo con un fatturato che si attesta ad un miliardo e 674 milioni di euro. Dai dati emerge che la produzione di acciaio liquido dello stabilimento è salita a 958,9 chiloton (+17), quella per vendita a 861,3 chiloton (+19), mentre il prodotto spedito è rimasto praticamente stabile a 848,8 chiloton (-3). Gli investimenti sono aumentati a 58,2 milioni di euro, con un incremento di 13,8. Secondo l’azienda quello concluso è “un anno in cui Acciai speciali Terni ha affrontato sfide e cambiamenti significativi, all’interno di quella che è stata una vera e propria trasformazione della fabbrica. L’utile – si legge in una nota – conferma che la strategia è giusta, che il riposizionamento di Ast sul mercato globale sta portando i suoi frutti. Conferma anche – si legge ancora – che l’azienda opera in relativa serenità in un contesto, quello siderurgico, ancora difficile”. L”Ast sottolinea inoltre che “le condizioni di mercato hanno giocato un ruolo significativo in questi risultati”, in particolare l’utile ha beneficiato della spinta positiva data dall’ aumento dei prezzi delle materie prime che ha determinato un effetto contingente di rivalutazione del magazzino, oltre che dell’ impatto della rivalutazione delle imposte differite. “Ma va evidenziato – conclude la nota – che questi numeri sono stati raggiunti migliorando la produttività, intervenendo sulle inefficienze e mettendo fine a un lungo periodo di pratiche fraudolente ai danni dell’azienda”.
“I dati presentati dall’ azienda sono complessivamente positivi – ha detto la viceministro Bellanova – e ci confortano molto sulla bontà dell’ accordo che sottoscrivemmo nel 2014. Abbiamo quindi la soddisfazione di poter considerare chiuso il tavolo di vertenza. Voglio ribadire che per il Governo il sito di Terni è strategico, nel quadro di un settore – quello dell’acciaio – che riteniamo cruciale per l’industria e lo sviluppo di questo Paese. La convocazione odierna è solo la prima di un percorso, ha concluso, che tuttavia deve vedere al tavolo la proprietà tedesca nelle cui mani sta la decisione rispetto alla vendita o meno”.